…In cla lêgruma d’sta Dòna
u j è e’ dulór
d’ṣmilâñta e ṣmilâñta
ch’i n’fa piò véla
e i n’à piò e’ vérs da s-cen.
I ’vnirà da tot al pêrt
int i nost sid,
ṣmarì, pirs che mai,
senza êrt nè pêrt,
pirs, ch’i gvêrda int e’ vuit:
faz d’sbiës ch’agli à ciap
la rânda di vizi,
fazi scuri,
ṣbruglêdi,
ciapi da la stracona
e da la fâm;
pirs,
mo i piò pirs
a saren sèmpra nó vùit coma dal zoch viuleni,
nó, ch’aven gnacvël
e a n’aven gnît.
… Nella lacrima di questa Donna / c’è il dolore / di migliaia e migliaia / che non ce la fanno più / e non hanno più sembianza umana./ Verranno da ogni dove / qui da noi, / smarriti, persi del tutto, / senza arte né parte, / persi, con occhi nel vuoto: / facce oblique che rivelano / la strada dei vizi, / facce scure, / sgretolate, / prese dalla stanchezza / e dalla fame; / persi, / ma quelli più persi / saremo sempre noi / vuoti come zucche, / noi che abbiamo tutto / e non abbiamo niente.
Nevio Spadoni
La Pérsa, in Tutto il Teatro, Cesena, Società Editrice “Il Ponte Vecchio”, 2019
Nevio Spadoni, nato a S. Pietro in Vincoli (Ravenna), vive dal 1984 a Ravenna, dove ha insegnato filosofia nelle scuole superiori. Le sue poesie sono comprese in diverse antologie italiane e straniere e tradotte in più lingue. È autore inoltre di opere teatrali, andate in scena per “Ravenna Teatro” e “Ravenna Festival” in Italia e all’estero, fra le quali Luṣ e L’isola di Alcina, ottenendo per quest’ultima due nomination al Premio “Ubu”.
Foto: credit Carla Babini (ANSELM KIEFER Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po' di luce, Palazzo Ducale Venezia, dettaglio)