Pubblichiamo una prima selezione di poesie inviate da Cosimo Lopalco, amico residente a Londra, dunque nuovo migrante, come tutti gli expat in tempi di Brexit.
~ gli occhi del mondo
dove sei piccola madre della collina di primerose?
dacci un segno nel filo d’erba steso sul balcone
sussurraci le parole giuste da dire la sera
quando il vento si calma
e noi abbiamo gli occhi languidi
di una risposta che non c’è
sei forse tu che conosci l’ora giusta?
sei tu che sai riconoscere i segni di un albero
che guarda con occhi umani
o di un melograno che sorride?
dicci cara madre ti ascoltiamo –
è la farfalla che ha la forza del volo
o pazza l’aria che la sorregge?
può il gatto tendere lo sguardo verso il nulla
e mantenere la passione per una foglia
che rotola via leggera e senza meta?
si vedono da quelle parti le luci quaggiù quando
un uomo e una donna si preparano per la notte
e si guardano l’un l’altra di nascosto cercando
di capire il senso del viaggio di una tortora?
hai dato il giusto alle galline?
hai dato una carezza ai cavalli dopo il fieno?
hai chiuso la porta delle stalle?
non è la montagna che verrà
né la pioggia ti bagnerà i piedi dentro casa
camminiamo a mani alzate
chiediamo ma nessuno risponde
l’uccellino trema al freddo facciamolo entrare
sistemiamo le coperte accendiamo il fuoco
apriamo la finestra per cambiare l’aria
ci pensi mai al mondo? all’acqua degli oceani?
alla foresta che brucia nella notte?
hai portato con te l’orologio col quadrante bianco?
ti lavi la faccia con cura la mattina
quando fuori è buio e i vetri sgocciolano?
non chiudere la porta questa volta
lasciamo che entrino
tiriamo un sospiro di sollievo
se la strada è lunga camminiamo scalzi
se il sole è forte proseguiamo nudi
raccogliamo la terra con le mani
al vento porgiamo il viso in segno di amicizia
dicci cara madre dai lunghi capelli
tu che abiti la collina di primerose
e hai la pelle del colore delle nuvole –
di che colore ha gli occhi il mondo?
~ gli occhi del deserto
le rose bianche si offrono al viandante
nelle notti nebbiose di dicembre
la scena cambia e il vecchio attore
sale sul palcoscenico per l’ultima volta
eravamo giovani un tempo
avevamo il passo svelto e il coltello facile
le nostre pelli nude rilucevano al sole
in cerchio battevamo forte i piedi
la terra tremava
le nostre figlie avevano gli occhi di gelso
e sulle braccia tenevamo una montagna
io sono un guaritore ma non guarisco nessuno
perciò non guardarmi ragazza sudanese
con gli occhi rimasti nel deserto
e il vestito lungo fino ai piedi
dove sono le tue mani dov’è il tuo seno?
tuo padre aspetta tuo fratello aspetta
tua madre le tue sorelle i tuoi nonni
i sacerdoti del tempio i vecchi le vecchie
perciò non girarti a guardarmi
se scendi dal ventinove e vai verso il tuo villaggio
io non so guarirti non ho risposte
alla tristezza dei tuoi capelli nascosti.
Tratto da La città che non esiste, Robin Edizioni, Torino 2019
Cosimo Lopalco
Cosimo Lopalco è scrittore, poeta, drammaturgo. È autore del romanzo Tutto a posto tranne me (Lupo 2012), della raccolta di poesie La città che non esiste (Robin 2019) e di Black Pack (edizioni del nulla 2019), un libro che mette in dialogo coreografia e poesia. Dalla collaborazione con Francesca Foscarini sono nati Animale, Oro. L'arte di resistere (entrambi premio Danza & Danza 2018) e Punk. Kill me please (2020). Insieme hanno sviluppato LANDing, un laboratorio interdisciplinare ispirato ai principi della psicogeografia. Ha curato la drammaturgia di Appreciation Society (Spring Forward 2019) di Giuliana Majo ed ha fondato, insieme a Marcomario Guadagni, le edizioni del nulla.