“L’Afghanistan è un paese maschilista senza cultura dove la donna è sempre sottomessa”, “L’Afghanistan è il paese terrorista dove è nato Al Qaeda”, “L’Afghanistan è un paese arretrato”, “gli afghani appoggiano i Talebani”, “l’Afghanistan sta vivendo una tragedia da qualche mese”.
Queste sono alcune affermazioni ingenue che spesso vengono trasmesse al pubblico negli eventi organizzati per “non dimenticare l’Afghanistan”. Forse non solo ingenue ma anche ignoranti, ingiuste, violente nei confronti di un popolo che soffre da sempre le guerre altrui.
Innanzitutto, l’Afghanistan è un paese ricco di storia e di cultura millenaria, in cui troviamo tracce di civiltà antiche e variegate.
Parliamo di Aryana (Terra degli Arii). Parliamo del territorio dove ebbe origine una delle religioni più antiche, dove nacque il profeta Zarathustra, lo Zoroastrismo. Parliamo di lingue antiche indoeuropee. Parliamo di una terra di grande interesse per conquistatori potenti come Alessandro Magno, i Sassanidi persiani, gli arabi musulmani, i mongoli e, fino ai nostri tempi, gli americani e loro alleati Nato. Insomma, parliamo di una popolazione con radici nell’antichità e di civiltà che hanno fatto la storia del nostro mondo.
L’Afghanistan è anche il paese che prese la strada della modernizzazione già negli anni venti del ‘900, forse prima di molte nazioni europee. Un paese che ha sempre mantenuto la neutralità nella seconda Guerra Mondiale e nella guerra fredda.
Inoltre l’Afghanistan non sta vivendo questa tragedia da qualche mese (dall’agosto 2021) con la fuga degli americani dal paese, bensì da molto prima. Da quando si è trovato nel Grande Gioco delle potenze dell’800, da quando è nato lo stato cuscinetto del Pakistan, che ha sempre fatto di tutto per distruggere il paese vicino.
E in seguito col coinvolgimento nella guerra fredda, con la distruzione del paese per mano dei Mujahedin e di altri gruppi che furono armati dagli americani contro l’Unione Sovietica. Gli stessi americani l’hanno poi invaso con una guerra lunga 20 anni, che ha portato solo migliaia di morti e distruzione, oltre alla crescita esponenziale del terrorismo e della droga.
L’ultimo passo verso la tragedia attuale è stato il compromesso con i terroristi e la firma di “accordi di pace” nel 2019 (fino all’agosto del 2021): hanno semplicemente consegnato il paese e l’intero popolo nelle mani di un gruppo terroristico e sanguinoso, i Talebani.
Questo tradimento è costato molto caro al popolo afghano, il quale si era fidato ciecamente dell’Occidente e di valori quali democrazia, libertà, diritti umani e delle donne, modernizzazione: per 20 anni ha fatto di tutto per raggiungerli e farli suoi.
Le donne, gli anziani, i giovani andavano a votare mentre i Talebani li uccidevano, e nel migliore dei casi li mutilavano, amputando loro un dito o una mano. L’esercito afghano ha perso migliaia di soldati nel nome di questi valori; i giovani sognavano una vita migliore, la libertà. Le donne hanno studiato e lavorato giorno e notte per rendersi libere, autonome e dare il loro sostegno alla crescita del paese. Il popolo afghano ha perso tutto questo, insieme alla speranza.
Oggi l’Afghanistan è arretrato nella storia di 300 anni. Un paese povero, distrutto, stanco, ferito e abbandonato. Consegnato ai terroristi appoggiati dal Pakistan, vede vanificati gli sforzi fatti in vent’anni. Tutto si basa sulla Sharia, la legge violenta dei terroristi, fondata sulla tortura e la morte.
I diritti umani non esistono più, nessuno sta chiedendo ai Talebani perché violentano, torturano e uccidono i civili. È in corso un genocidio vero e proprio nei confronti delle etnie non Pashtun, i Talebani stanno massacrando i Tajik e Hazara ovunque. Li stanno privando delle loro terre e case, oltre ai loro diritti fondamentali.
Le donne sono scomparse dalla società, non hanno nessun diritto, non possono uscire, non possono studiare e lavorare, devono solo fare le schiave dei mariti e fare figli. Le bimbe vengono vendute dalle famiglie per poter sostenere i loro parenti.
Nuove leggi islamiche introducono sempre maggiori limiti alla vita sociale delle donne, come il divieto di lavorare, studiare, truccarsi, uscire, fare sport e semplicemente vivere.
I Talebani sono contro la vita, contro la libertà, contro la cultura. Hanno vietato tutto ciò che non è Islam. Stanno annientando diverse culture esistenti nel territorio dall’antichità. Infatti la cerimonia del Nowruz, l’anno nuovo persiano, che è tra le feste più antiche al mondo e in Afghanistan, è stata vietata in quanto “non islamica”. Come quando furono bombardate le gigantesche statue di Buddha a Bamyan.
Il popolo afghano è un popolo pacifista, solidale, ospitale, un popolo che ama divertirsi, ama la crescita. Non merita di essere abbandonato: una banda di terroristi decide per 40 milioni di persone innocenti.
Gli Afghani combattono tutti i giorni per poter vivere in libertà, specialmente le donne, che sono sempre in prima fila a far sentire la loro voce.
L’Afghanistan non deve essere dimenticato.
Navid Rasa
[Aprile 2022]
Navid Rasa è nato in Afghanistan. Nel 2007 è arrivato in Italia con un preciso sogno nel cassetto: studiare.
Dopo anni di sacrifici, nel 2019 ha completato gli studi e iniziato a lavorare. Attualmente vive a Bologna e spera di avere la cittadinanza italiana presto per sentirsi ancora di più a casa.
Oltre al lavoro cerca di contribuire alla società in cui vive e ad aiutare, per quanto possibile, le persone in difficoltà nel suo paese di origine.
Fa parte di Forlì Città Aperta Onlus e partecipa a diversi eventi sull’Afghanistan.
Foto: credit Carla Babini (ANSELM KIEFER Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po' di luce, Palazzo Ducale Venezia, dettaglio)